SARAH MCKENZIE, pianoforte e voce
HUGO LIPPI, chitarra
PIERRE BOUSSAGUET, contrabbasso
MARCO VALERI, batteria
Dopo aver incantato i fan del jazz con il suo album di debutto del 2015 per la Impulse! Records, We Could Be Lovers, Sarah McKenzie torna con il sensazionale seguito, Paris in the Rain. Come per il precedente album, la cantante, pianista e compositrice di 28 anni, nata a Melbourne, Australia, fa squadra con il grande Brian Bacchus, che ha prodotto i classici di star del calibro di Norah Jones, Lizz Wright e Gregory Porter, per consegnarci un programma avvincente di classici jazz e brani inediti, tutti dall’incredibile musicalità e dallo splendore glamour tipici di Sarah McKenzie.
Sarah McKenzie si è trasferita a Parigi lo scorso anno, dopo essersi diplomata al Berklee College of Music di Boston. Il raffinato brano che da’ il titolo all’album è la sua lettera d’amore alla Vile Lumière. Il suo testo elaborato la vede alternare con disinvoltura francese e inglese, mentre gode delle sontuose bellezze della città. “Sono davvero innamorata di Parigi. É una città sorprendente. È così bella, con così tante cose da fare in campo culturale, gastronomico e di moda. Volevo scrivere una canzone che catturasse tutta la bellezza, magia e lo spirito di Parigi.”
In generale, il tema centrale dell’album è il viaggio di Sarah McKenzie dall’Australia all’America e poi i suoi viaggi attraverso l’Europa come artista. E lei rappresenta questo tema così ampio con scelte forti come la canzone di Cy Coleman e Carolyn Leigh “When in Rome,” (per la sua visita in Italia), “Triste” di Antonio Carlos Jobim (per il tempo passato in Portogallo),” “Tea for Two” di Vincent Youmans e Irving Caesar (omaggio a Londra).” La tematica del diario di viaggio risuona al Massimo nel brano di chiusura “Road Chops,” un inedito vivace che evoca quel senso di vertigine che si prova ad esplorare il mondo, nella cui parte strumentale risalta la padronanza della McKenzie al pianoforte.
McKenzie elogia Paris in the Rain come un album più “stiloso”. “Lo dimostra la maggiore profondità dei miei arrangiamenti,” dice prima di spiegare che sta formando la sua visione all’interno della tradizione jazz. E in questo album, significa esplorare più sfumature, cosa che riesce a fare in modo splendido, espandendo la tavolozza sonora. L’album vanta una line up superlativa che include il vibrafonista Warren Wolf (che ha suonato anche in We Could Be Lovers), il chitarrista Mark Whitfield, il bassista Reuben Rogers, il batterista Gregory Hutchinson, il trombettista Dominick Farinacci, il flautista Jamie Baum, i sassofonisti Scott Robinson e Ralph Moore e il chitarrista Romero Lubambo.
I sofisticati brani originali immersi nella grande tradizione dell’American Songbook vanno oltre Paris in the Rain. In aggiunta al brano che da il titolo all’album e a Road Chops,” Sarah presenta altri 3 inediti eccezionali. Il blues di “One Jealous Moon” dimostra il suo modo di giocare meticolosamente con le parole e il sublime utilizzo dei numeri 1,2,3,4 attraverso tutto il testo della canzone. Nel brano troviamo anche uno straordinario assolo del sassofonista Moore.
Video Links:
Paris in the Rain https://www.youtube.com/watch?v=iJcGWdcEaPA
http://sarahmckenziemusic.com/
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