Appuntamento con Antonio Tabucchi con saudade
Un omaggio al grande scrittore
Compagnia Diritto e Rovescio in collaborazione con I Concerti nel Parco
e con il Patrocinio dell’Ambasciata del Portogallo
presenta
Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa di Antonio Tabucchi
con
Massimo Popolizio
Gianluigi Fogacci
adattamento teatrale e cure registiche di Teresa Pedroni
Musica dal vivo
Isabella Mangani, voce
Felice Zaccheo, chitarra portoghese e chitarra classica
Si ringrazia Alessandro Chiti per la collaborazione alle immagini video Allestimento luci: Luigi Ascione Elaborazione video: Claudio Cianfoni Aiuto regista: Simone Faucci Assistente alla regia: Elena Stabile Assistenti volontari: Dafne Rubini e Adriano Di Carlo Organizzazione generale: Loredana Sottile
Lo spettacolo nasce come omaggio al grande scrittore Antonio Tabucchi da poco scomparso. La scelta della messa in scena di questo racconto ci è sembrato un modo per dialogare ancora con lui e continuare a narrare in teatro il suo magico e irripetibile narrare.
In questo racconto Tabucchi, con tenerezza e passione, descrive la morte di uno dei più grandi scrittori del Novecento della cui opera lui stesso si è occupato lungamente, traducendola e diffondendola nel mondo.
Il testo ripercorre gli ultimi tre giorni di agonia di Fernando Pessoa.
Nel novembre 1935 Fernando António Nogueira Pessoa si trova nel suo letto di morte all’ospedale di São Luís dos Fanceses e come in un delirio, il grande poeta portoghese riceve i suoi eteronomi, i suoi personaggi letterari (Álvaro de Campos, Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Bernando Soares, António Mora), parla con loro, elabora conflitti ancora aperti, detta le sue ultime volontà, dialoga con i fantasmi da lui stesso creati che l’hanno accompagnato per tutta la sua vita.
E' l’attore Massimo Popolizio, nei panni dello stesso Pessoa, ad incontrare i vari eteronimi - interpretati da Gianluigi Fogacci - e in questi appuntamenti come per magia torna a tratti anche ad incarnarli, a ripetere le loro parole, i loro gesti, in un'atmosfera sospesa e inquietante, evocata dalle immagini di Alessandro Chiti, che, come nei sogni tornano quasi a prendere possesso della sua anima.
Si assiste così alle varie trasformazioni di Pessoa come ad un rituale di congedo definitivo dai suoi personaggi e quindi anche dalla vita.
Lo accompagnano in questo percorso struggente la voce della giovane cantante di Fado Isabella Mangani e la chitarra portoghese di Felice Zaccheo.
Un addio alla letteratura e alla vita che negli artisti somiglia in maniera impressionante alla vita vera… forse è la vita vera.
Teresa Pedroni