Gli occhi di un ragazzo raccontano un’Italia di periferia - It 150
Marco Paolini
Marco Paolini, interpretazione e regia
Marco Paolini, Michela Signori, testi
Antonio Panzuto, elementi scenici, Andrea Violato, disegno luci
Gabriele Turra, consolle audio, Marco Busetto, consolle luci e direzione tecnica
Yurji Pevere, Graziano Pretto, assistenza tecnica , Lorenzo Monguzzi, musiche originali
Una produzione JoleFilm
La macchina del capo prende vita dagli Album, i racconti teatrali costruiti lungo un arco temporale che va dal 1964 al 1984, nei quali lo stesso gruppo di personaggi cresce passando da uno spettacolo all’altro, in una sorta di romanzo popolare di iniziazione.?
Non è un diario, non è un pezzo nostalgico, e nemmeno una memoria d’altri tempi. ?
È un lavoro sull’infanzia e sulla primissima adolescenza, tra la famiglia, la colonia e le avventure nel campetto di pallone. ?
È un viaggio che parte dalla casa, micro-universo dal quale osservare il mondo, per avanzare alla scoperta del macro-mondo (del mare, dei compagni di giochi, del sesso visto con gli occhi di un bambino). ?
È il ritratto di un’Italia di periferia, vista su scala ridotta, tra la Pedemontana e il mare.
È un lavoro sul desiderio e sulla scoperta, vicino alle atmosfere di Monicelli. I ragazzi protagonisti del racconto sono quasi gli Amici miei, ma ragazzini. E le zingarate sono forse più innocenti, ma lo spettacolo si permette di giocarci con altrettanta ironia.
Firmato e interpretato da Marco Paolini, lo spettacolo si svolge sul ritmo della canzoncina per bambini, da cui prende il titolo.
Prima a Roma