Exspectatio gentium
elevazione spirituale in Canto gregoriano nell’interpretazione della Schola Gregoriani Urbis Cantores
Schola
Gennaro Becchimanzi, Mario Giovannoli - Italia
Ciprian Antaluca, Eduard Soare - Romania
Ho Joonc Lih Raphael - Corea
Gerardo Frausto Rivas, Andrés Montilla - Messico
Gennaro Becchimanzi, solista
Alberto Turco, direttore
Ingresso gratuito
Concerto realizzato grazie al contributo della Provincia di Roma
Il tempo dell’Avvento apre l’anno liturgico e prepara la Chiesa ad accogliere la venuta del Salvatore, il Verbo del Padre, generato prima dei secoli, che si rivela all’umanità intera nell’umiltà della carne.
Il mistero dell’Incarnazione, celebrato nel tempo di Natale, viene presentato dalla liturgia secondo due prospettive: una teologica che delinea in termini poetici la profonda dottrina sulla generazione eterna del Verbo come è contenuta nel prologo del Quarto Vangelo, l’altra storica che ritrae con accenti di commozione la nascita umana del Bambino nel presepe di Betlemme.
La Chiesa, con rara sapienza pedagogica, introduce i fedeli alla contemplazione del Mistero della Salvezza con i testi della liturgia che si dilatano quasi in modo connaturale nelle melodie del canto gregoriano. Tale espressione melodica è così connaturale ai testi liturgici da costituirne una sorta di esegesi sonora.
Nell’Avvento prevalgono i temi della supplica e dell’invocazione, come nel Graduale Universi o nell’introito Ad te levavi entrambi della messa della prima domenica di Avvento. Oltre i testi dei salmi, predominano le parole dei profeti come invito alla speranza, alla perseveranza e all’attesa laboriosa: l’Avvento è stato paragonato all’attesa messianica caratteristica dell’Antico Testamento in un contesto patristico di lettura tipologica.
Il profeta Isaia si rivolge all’antico Israele destinatario della salvezza di Dio nell’introito Populus Sion della seconda domenica e sprona gli sfiduciati ad attendere il Signore nel Communio Dicite pusillanimes, mentre il profeta Abacuc rivolge un invito quasi imperativo a Dio nel Communio Veni Domine et noli tardare.
Modello di attesa è la Vergine Maria, che nel silenzio e nell’umiltà, accoglie il Verbo eterno nel suo grembo come mirabilmente canta l’offertorio della quarta domenica.
I testi del Natale con la diversità delle loro forme letterarie e musicali presentano teologicamente il Natale come mistero del Dio fatto uomo, nell’antifona Tecum principium e nell’introito Dominus dixit ad me della messa natalizia in nocte e come avvenimento storico nell’introito della messa in die del Natale Puer natus, nel tropo dialogato quem quæritis.
La rivelazione del mistero ai pagani è cantata nel communio dell’epifania Viderunt omnes e in due brani tolti dal repertorio ambrosiano della chiesa milanese, la sallenda Nobiscum Deus e l’antifona in coro Omnes patriarchæ.
Chiude il programma la tardiva forma musicale della sequenza Lætabundus, che in un vivace susseguirsi di agili strofe, riassume i temi teologici e narrativi del Natale.
Marco Repeto
Programma
Avvento
Populus Sion (ad introitum)
Veni, Domine, visitare (antiphona)
Universi (responsorium-graduale)
Dicite: Pusillanimes (communio)
Ad te levavi (ad introitum)
Alleluia. Veni, Domine
Ecce Dominus veniet (antiphona)
O Emmanuel (antiphona)
Ave, Maria, V. Quomodo (offertorium)
Natale
Tecum principium (antiphona)
Dominus dixit ad me (ad introitum)
Quem quæritis (tropus)
Puer natus est nobis (ad introitum)
Omnes patriarchæ (ant. in choro ambrosiana)
Viderunt omnes (communio)
Alleluia. Dies sanctificatus
Nobiscum Deus (psallenda ambrosiana)
Lætabundus (sequentia)
I brani saranno intervallati dal letture tratte dalla Sacre Scritture e da autori vari
Luca Mannocci, voce recitante
Testi introduttivi
Il concerto è dedicato alla memoria di Stefania Azzaro